venerdì 23 maggio 2008

CENE... AL FRESCO


Nel più "esclusivo" ristorante italiano la sicurezza è veramente strettissima.
Quando i clienti prenotano, per prima cosa si controllano i loro precedenti...
Vengono poi ammessi solo in gruppi, telefonini e borse vengono ritirati e prima di sedersi ai tavoli vengono fatti passare sotto il "metal detector"...
Esagerati?
Mica tanto, considerando che il ristorante si trova nella Fortezza Medicea (castello del XV secolo), dov'è ubicato anche il carcere di massima sicurezza di Volterra.
E' infatti la stessa Casa Circondariale che gestisce l'esercizio, dove i detenuti si occupano di tutto, dalla cucina al servizio ai tavoli.
Il progetto è iniziato nel 2006 ed ha per fine la raccolta fondi per beneficenza e l'insegnamento di un mestiere ai carcerati, utile quando usciranno.
Con 35 euro a testa, tramite un'agenzia turistica, si può passare una serata nel luogo di "pena", fra sorrisi e battute dei detenuti che han cambiato il classico camice a righe con smoking e papillon.
Il locale è aperto diverse sere all'anno, può servire 100 ospiti con sei portate di specialità quali tonno alla tartara, patè con vino dolce, carpaccio al parmigiano e couscous con pesce.
"E' una cosa nuova, che spezza la monotonia della vita carceraria", dice il cameriere Aniello Arena (nella foto), condannato nel 1993 per omicidio. Il cuoco è un filippino, che deve chiedere ogni volta il permesso se per tagliare il carpaccio ha bisogno di un coltello (quelli del ristorante sono di plastica).
Il personale del ristorante, di 30 elementi, è scelto con cura fra i 150 ospiti della prigione.
Sono esclusi i condannati per mafia, rapimento o commercio di droga.
Quest'anno la Direttrice Maria Grazia Giampiccolo ha invitato - per maggiore professionalità - dei veri chef locali a collaborare all'iniziativa, per "aprire" l'istituto di pena alla città ed ai turisti. La Casa Circondariale, oltre ad una scuola, gestisce anche una sartoria ed un testro.
Le notizie di cui sopra sono riferite da un sito web australiano; sulla nostra stampa non se ne fa menzione, ad evitare forse invidie e commenti malevoli.

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